Ormai da diversi anni, ma ultimamente con maggiore frequenza, sento e leggo commenti di persone appartenenti all’establishment (in posizioni più o meno rilevanti) che ruotano intorno a concetti inquietanti.
“La democrazia ha dei limiti”.
“Coniugare democrazia e sviluppo economico diventa sempre più difficile”.
“Il successo della Cina, bisogna ammetterlo, mostra che un regime autoritario è vantaggioso in termini di efficienza economica”.
E varianti sul tema.
Beh, cerchiamo di chiarire una cosa. L’ascesa economica della Cina non ha niente a che vedere con l’assenza di democrazia.
Il regime cinese non è democratico, ma l’origine del suo successo economico sta altrove:
UNO, pur essendosi aperta, almeno parzialmente, al capitalismo e all’iniziativa privata, mantiene un forte controllo statale sulle politiche di sviluppo economico e industriale.
DUE, in particolare è dotata di un rilevantissimo sistema di grandi imprese e di banche a controllo pubblico, e non ha nessuna intenzione di ridurne il perimetro.
TRE, se nei primi anni del suo decollo economico è cresciuta in larga misura grazie all’export, ne sta diventando sempre meno dipendente e sta sempre più facendo leva sulla crescita del mercato interno.
QUATTRO, naturalmente dispone della propria moneta e non ha la minima intenzione di seguire nulla di anche solo vagamente rassomigliante alle deliranti ricette euroausteriche.
Il successo economico della Cina in effetti ricorda molto il miracolo economico italiano del dopoguerra (che neanche gli oil shocks avevano interrotto, contrariamente a quanto spesso si sente dire). È un modello di economia mista, che combina l’iniziativa privata con un rilevante ruolo dello Stato.
L’assenza di
democrazia non è affatto un fattore di successo economico. Se nell’Eurozona e
in particolare in Italia la democrazia verrà meno, non diventeremo la Cina. In
costanza delle politiche economiche euroausteriche, rimarremo un esempio di
insuccesso economico E IN PIU’ faremo passi indietro in merito alle libertà
politiche, di espressione, di opinione. Senza nessun beneficio e senza nessuna
contropartita.
Filippo Lucchese: i punti UNO, DUE e QUATTRO erano validi anche prima del miracolo economico cinese, quindi mi pare che non siano correlati. Il punto TRE è contraddittorio, perché fa apparire come influente la crescita del mercato interno (che sta coincidendo con un rallentamento dei tassi di crescita, al massimo), mentre l'esplosione dei tassi di crescita si è avuta essenzialmente per effetto delle esportazioni.
RispondiEliminaSì ma prima del decollo economico non c'era un'economia mista, c'era un'economia totalmente pianificata. Che era autoritaria quanto l'attuale ma NON era un successo economico. Punto a favore, mi sembra, della tesi che l'assenza di democrazia non è un presupposto di crescita. Quanto a TRE, quando un'economia raggiunge grandi dimensioni è semplicemente impossibile pretendere di continuare a svilupparla facendo leva sui surplus commerciali. Riorientandosi al mercato interno la Cina continua a crescere a tassi rilevantissimi, comprimendolo l'Eurozona continua a perdere terreno.
EliminaFilippo Lucchese: Concordo. Ma per come erano esposti gli argomenti sembravano di segno opposto. Quindi è l parziale apertura al mercato che ha consentito di realizzare la crescita esplosiva (quindi non "pur" essendosi aperta, ma "grazie all'apertura ecc...). I punti DUE e QUATTRO continuano a sembrarmi non correlati (ma rilevanti sotto altri punti di vista). Sul TRE l precisazione mi sembra corretta, quindi l'esplosione è avvenuta grazie all'esportazione e ai bassi salari, adesso si sta iniziando stabilizzare quanto creato cercando di distribuire meglio il benessere. E perfetto il parallelo con l'Italia del dopoguerra.
Eliminail mio punto è che la Cina non è passata dall'economia pianificata all'ultraliberismo turbofinanziarizzato (per dirla alla Tremonti), ma dall'economia pianificata all'economia mista. E che (il cielo ce ne scambi) se l'Eurozona diventasse politicamente autoritaria, in costanza dell'attuale governance economica non trarrebbe NESSUN beneficio sul piano dello sviluppo.
EliminaDietro la falsa democrazia e la falsa libertà ci sta l'impero degli OBESI ritardati USA il governo dittatoriale cinese ha garantito l'indipendenza e la sovranità nazionale cinese cosa che con democrazia è molto più difficile visto che esclusa l'india tutte le democrazie sono vassalli USA perché le democrazie sono influenzabili più facilmente è per questo che porci USA assassini di massa vogliono la democrazia a Cuba a Hong Kong in Venezuela in Iran e infatti tutti i paesi indipendenti dall'impero dei PAGLIACCI violentatori scimmiottatori dell'Impero Romano USA sono DITTATURE PATRIOTE come in Iran Cuba Venezuela Russia NordCorea Cina (che ormai ha superato tecnologicamente gli USA e secondo gli inglesi in 7 anni anche economicamente) gli ameriCANI sono in declino e lo hanno capito ma non possono fare come nelle colonie quando pagano i loro camerieri imprenditori-fascisti per far ammazzare Olivetti, Chou, Aldo Moro, Piersanti Mattarella, Craxi (politicamente), Mattei perché i Russi e i Cinesi sono orgogliosi nazionalisti e UNITI e gli americani non possono fare niente.
EliminaLUCA PATRIOTA E SOCIALISTA
Perché i nazisti anziché tenere unite le loro unità decisero di dividerle in più parti per attaccare l'unione sovietica quando puntando con una sola vettrice tutte le sue forze avrebbe potuto arrivare ai campi petroliferi dell Azerbaigian ???
RispondiEliminaSave
A quel punto le avrebbero unificate anche i sovietici... se vogliamo cercare un errore evidente nella strategia tedesca, è stato casomai cercare di prendere Stalingrado (obiettivo di "immagine" dato il nome della città, ma non essenziale) invece di puntare diretti verso i giacimenti.
EliminaNon si capisce perché non provarono a prendere Malta che era fondamentale nel mediterraneo e le flotte tedesche italiane se si fossero impegnate l'avrebbero presa ma Hitler era un simpatizzante degli inglesi!?!?
EliminaSave
Sperava in una pace separata con gli inglesi. Comunque non credo che Malta fosse così determinante.
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