Credo sia opportuno chiarire un equivoco in cui spesso si cade parlando del deficit pubblico e del suo impatto sull’inflazione
L’equivoco è pensare che il deficit abbia un impatto inflazionistico se è realizzato emettendo moneta, impatto che invece non esisterebbe, o sarebbe inferiore, in caso di emissione di titoli di Stato.
Dimostra di non
avere le idee chiare su questi temi perfino un premio Nobel come Paul Krugman,
e lo si comprende dall’affermazione che vedete qui di seguito.
“La Federal Reserve può, e lo farebbe, sterilizzare qualsiasi impatto sulla base monetaria vendendo titoli di Stato – in modo che, in termini monetari, il coin sarebbe semplicemente un mezzo alternativo per attuare un finanziamento perfettamente normale”.
Krugman sta qui parlando di come superare lo stallo che periodicamente (e anche in queste settimane) si produce negli USA a seguito del debt ceiling, la soglia di debito pubblico che il governo si impegna a non superare in assenza di un’autorizzazione parlamentare. Una normativa insensata perché il valore monetario del debito nel tempo aumenta. Il limite viene periodicamente spostato in alto, ma quando il parlamento è controllato da un partito e il presidente è dell’altro (come oggi) spesso e volentieri la revisione è il pretesto per richiedere concessioni che creano un clima di incertezza, e anche di tensione sui mercati finanziari.
Una soluzione possibile è che il governo emetta un trillion dollar coin, una moneta commemorativa di importo facciale gigantesco, che verrebbe depositata presso la banca centrale. Il governo avrebbe così un deposito bancario da cui attingere senza bisogno di emettere titoli.
Questa manovra è, almeno sulla carta, possibile, perché la legge consente al governo USA di emettere monete commemorative ma non ne fissa alcuna soglia massima di valore…
Krugman afferma che questo aumenterebbe la base monetaria, cioè la quantità di depositi bancari esistenti, ma non ci sarebbe da preoccuparsi degli effetti sull’inflazione perché la Fed ritirerebbe moneta dalla circolazione vendendo una parte dell’enorme portafoglio di titoli di Stato in suo possesso (quello acquistato durante gli anni del quantitative easing).
In realtà, Krugman fornisce una soluzione (la “sterilizzazione” della base monetaria) a un problema inesistente.
Il motivo per il quale lui, come tanti altri, pensa che deficit sia più inflazionistico se attuato emettendo moneta, è che la moneta si spende, i titoli no: i titoli sono una forma di impiego del risparmio privato.
Ma il punto che sfugge è che il deficit pubblico incrementa SEMPRE il risparmio privato, perché se lo Stato spende più di quando preleva in tasse (cioè se esiste un deficit pubblico) il settore privato incassa più di quando paga.
In parte la generazione di risparmio privato si può produrre all’estero se il deficit peggiora i saldi commerciali e la bilancia dei pagamenti, ma questo è un altro tema.
Dato ciò, non è la quantità di moneta in circolazione che incrementa la spesa e (potenzialmente) l’inflazione, ma l’incremento di reddito e di ricchezza del settore privato.
Che questo incremento di ricchezza sia poi detenuto dal settore privato sotto forma di moneta o di titoli è solo un’alternativa di impiego di una ricchezza finanziaria che è comunque sempre quella.
La moneta viene emessa e qualcuno quindi spenderà di più. Magari il ricevente comprerà titoli, o li comprerà il beneficiario di secondo livello, o di terzo – quarto – quinto della spesa. Ma tutti questi soggetti percepiranno di essersi arricchiti, ed è la verità.
Se chi riceve moneta decide di comprarci titoli, sarà comunque più propenso a spendere i saldi monetari di cui dispone, perché il titolo di Stato è un equivalente monetario, prontamente liquidabile, e perché le sue disponibilità totali sono aumentate.
Del resto, se vi alzassero lo stipendio di diecimila euro all’anno pagandovi in BTP, sareste più propensi a spendere o no ? certo che sì. Anche se magari i BTP ve li tenete, ma decidete di utilizzare di più i vostri saldi monetari
Oppure, se non avete saldi monetari o ne avete troppo pochi, i BTP li vendete per spendere, ma la moneta rimane in circolo e il sistema (nel suo complesso) riceve, quindi i soldi che servono per comprare i BTP che vendete voi.
Detto altrimenti,
il trillion dollar coin se mai ne
esisterà uno, o più in generale qualsiasi deficit pubblico attuato emettendo
moneta, non ha nessun effetto inflazionistico diverso da quello che si avrebbe
se fossero emessi titoli. Senza bisogno di “sterilizzare” nulla.
Gabriele Ascione: Da ignorante della materia, mi sono forse fatto delle idee sbagliate, ma a me sembra che la relazione diretta fra inflazione e massa monetaria circolante fosse reale fino alla metà del 1700, quando la moneta era ancora prevalentemente fisica e materiale. Con lo sviluppo della finanza, delle banche e l'adozione generalizzata di mezzi di pagamento alternativi, come banconote, tratte ecc... questa relazione ha perso di rilevanza ed è cessato il limite allo sviluppo dell'economia derivante dalla carenza di mezzi di pagamento fisici (da cui l'antica ossessione degli stati a trattenere metalli nobili e monete). Infatti abbiamo conosciuto l'esplosione della manifattura, la rivoluzione industriale e l'enorme incremento della popolazione e della produzione degli ultimi secoli. Se quindi l'inflazione non è più determinata dalla massa monetaria, deve essere determinata prevalentemente altrove. A me sembra dalla relazione tra domanda ed offerta dei beni principali, siano quelli di prima necessità che quelli base della produzione industriale (combustibili, materie prime, componenti elettronici ecc...).
RispondiEliminaL'inflazione è determinata dallo squilibrio domanda - offerta, e distribuire attività dotate di valore sicuramente incrementa la domanda. Ma nello stesso modo, sia che si tratti di moneta sia che si tratti di titoli (soprattutto se altamente liquidi). Questo è vero oggi come lo era nel 1700, la differenza è solo che allora si emettevano meno titoli (in proporzione alle dimensioni dell'economia) rispetto a oggi.
Eliminal'inflazione innanzitutto può essere da domanda o da offerta,
Eliminac'è da dire che non è la massa monetaria in sè a creare inflazione (se chi ha i soldi anche potenzialmente infiniti se li tiene i prezzi calano...), ma è la velocità di circolazione, ovvero la velocità con cui uno riesce a comprare ciò di cui ha bisogno.
https://socialdemocracy21stcentury.blogspot.com/2011/09/are-cantillon-effects-argument-against.html?m=1
Ludovico Lupinacci: Comunque questa cosa della coniazione di una singola moneta da un trilione rende bene l'idea che quello del denaro è un campo da alchimisti, o maghi, o iniziati ecc.
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