sabato 23 settembre 2023

Coordinamento tra politiche fiscali e monetarie per ottenere crescita e stabilità dei prezzi

 

Il pensiero economico mainstream separa l’elaborazione della politica fiscale da quella della politica monetaria. E riserva la gestione esclusiva della politica monetaria a una banca centrale indipendente.

Per di più, pretende che la politica monetaria abbia competenza esclusiva nel mantenere la stabilità dei prezzi, intesa come un livello di inflazione il più possibile moderato e costante.

L’assunzione sottostante è che la banca centrale abbia gli strumenti per ottenere questa stabilità, controllando l’ammontare di mezzi di pagamento in circolazione.

In realtà la banca centrale non è dotata di strumenti sufficienti a raggiungere questo obiettivo. L’erogazione di credito privato deriva da scelte autonome degli intermediari finanziari, e in periodi di euforia l’incremento dei tassi d’interesse non è sufficiente a limitarlo. Così come, quando la psicologia degli operatori è depressa, portare i tassi a zero non basta a stimolare né l’attività economica né i prezzi.

Le banche centrali hanno per anni fallito nell’intendimento di alzare l’inflazione (negli anni in cui era troppo bassa) con il quantitative easing. Ma hanno anche mezzi insufficienti per contrastare la dinamica dei prezzi quando invece l’inflazione è troppo alta a causa di problemi dal lato dell’offerta, come si è visto negli anni Settanta e come si sta constatando attualmente, da un paio di anni in qua.

Crescita e stabilità monetaria richiedono l’impiego coordinato delle leve fiscali e delle leve monetarie. Non è possibile separarle perché entrambe influenzano domanda e disponibilità di mezzi di pagamento.

Per raggiungere contemporaneamente i due obiettivi, nella maniera migliore possibile, leve fiscali e leve monetarie devono agire organicamente. Una politica economica appropriata deve utilizzarle armoniosamente entrambe.

E la politica economica deve essere gestita da un governo che risponda a un parlamento democraticamente eletto. Altrimenti un organismo tecnocratico è in grado di impedire la formulazione di politiche rispondenti alle esigenze della maggioranza dei cittadini così come espresse in sede di elezioni.

Una politica economica, e quindi anche una politica monetaria, formulata da un organo indipendente da governo e parlamento è INCOMPATIBILE CON LA DEMOCRAZIA.

2 commenti:

  1. Marco Sartore: L’Italia è un grande importatore di materie prime.
    Quando l’aumento dei prezzi arriva dall’esterno credo che ben poco si possa fare per contenere l’inflazione.

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    1. Si possono ridurre le accise e le imposte indirette. Che è politica fiscale, non monetaria.

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