Una delle affermazioni
più irritanti che mi capita di leggere, purtroppo praticamente tutti i giorni,
è quella secondo la quale l’Italia sarebbe un paese “fortemente indebitato”.
Penso che la stragrande
maggioranza della popolazione italiana la ritenga un’ovvietà, un dato di fatto
risaputo. Naturalmente, l’affermazione si basa sul livello del debito pubblico,
che in rapporto al PIL si colloca intorno al 140%.
Un dato più alto della
media, certo. Per la verità nettamente più basso del Giappone, che sta al 260%.
Non molto più alto di USA, UK, Francia, tutti ben al di sopra del 100%. Però
alto rispetto, per esempio, alla media dell’Eurozona, che è il 90% circa.
Il punto però è che il
debito pubblico non è il debito DEL PAESE. E’ il debito DEL SETTORE PUBBLICO,
delle pubbliche amministrazioni.
Buona parte di questo
debito è costituito da titoli posseduti da istituzioni finanziarie, da aziende
e da famiglie ITALIANE. E i residenti italiani, inoltre, possiedono un
rilevante ammontare di attività finanziarie e patrimoniali estere.
Per stabilire se l’Italia
è un paese creditore netto o debitore netto, il dato a cui riferirsi è la
cosiddetta Net International Investment Position. La differenza tra le attività
finanziarie e patrimoniali estere possedute da residenti italiani; e le
attività finanziarie e patrimoniali italiane possedute da residenti esteri. Le
prime sono ATTIVITA’ DEL PAESE; le seconde sono PASSIVITA’ DEL PAESE.
Bene, Bankitalia ci fa
sapere che al 30.6.2023 il primo dei sopramenzionati fattori era pari a 3.481
miliardi di euro; il secondo, a 3.375 miliardi; e la differenza (la NIIP) era
quindi POSITIVA per 106 miliardi.
L’Italia è un paese
CREDITORE NETTO SULL’ESTERO.
Il debito pubblico è una forma di detenzione del risparmio offerta dal governo italiano alla collettività. Forma che i residenti italiani utilizzano più di altri. Ma che non creerebbe NESSUN problema, se non si fosse presa l’assurda e scellerata decisione di convertirlo in una moneta che l’Italia non emette e non gestisce – l’euro.
Se il debito pubblico
fosse rimasto in lire, in moneta emessa dal settore pubblico italiano, non
sarebbe mai esistito alcun problema di rifinanziamento. Il debito pubblico
sarebbe rimasto solo quello che è sempre stato – una forma di impiego del
risparmio privato.
Ripetetelo a tutti quelli
che se ne escono con il consueto luogo comune. A tutti quelli che dicono “dobbiamo
soldi a mezzo mondo”, o varianti sul tema. L’ITALIA NON E’ UN PAESE INDEBITATO.
Giovanni Albin: e il resto dell'Eurozona ?
RispondiEliminaGermania fortemente attiva, Francia e Spagna nettamente passive.
EliminaLudovico Lupinacci: Oltretutto, leggendo qui e là di economia, ma da profano che sono, ho capito che il debito pubblico è stato spesso usato per influenzare la politica monetaria, ovvero dei tassi d'interesse. Come si fa quindi a considerarlo vero debito, se per tante volte è stato uno strumento di politica economica nelle mani dello Stato (inteso come insieme di istituzioni che collaborano, ad esempio la Banca d'Italia e il Ministero del tesoro o delle finanze)? Queste cose gli economisti le sanno benissimo! Non si capisce perché non vengano rese di pubblico dominio, tanto per finirla con narrazioni errate, fuorvianti e colpevolizzanti. Non sarà che l'argomento, in questo modo, si presta alla perfezione per far passare le solite randellate al popolo?
RispondiEliminaAntonello Climan: Purtroppo questo va ripetuto allo sfinimento. Basti pensare ai vari salotti alla "Gruber", Formigli", ecc. Dove i vari ospiti non fanno che ripetere sempre le stesse idiozie.
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