Per risolvere i problemi economici dell’Italia il primo passo è convincere l’opinione pubblica, nonché la classe politica, che il paese NON SI ARRICCHISCE tramite la riduzione (in valore assoluto o in rapporto al PIL) del debito pubblico.
Anzi.
Quando i conti pubblici sono in deficit, il settore pubblico spende soldi e ne ritira una parte inferiore tramite il prelievo fiscale. Si verifica quindi un’IMMISSIONE NETTA di potere d’acquisto nel settore privato dell’economia. Si generano reddito e risparmio.
Il limite all’opportunità di attuare deficit non sta in NESSUN rapporto numerico predefinito. Il deficit pubblico può essere eccessivo se alimenta inflazione o deficit commerciali. Ma inflazione e scompenso nei costi esteri possono verificarsi con un deficit pubblico dell’1%, e possono non verificarsi con un deficit pubblico del 15%.
In assenza di eccessi di inflazione o di deficit commerciali (soprattutto / principalmente se finanziati in valuta estera) l’incremento del deficit non è in alcun modo da considerare un problema.
Quanto al debito pubblico, costituisce un’interessante opportunità di impiego offerta al settore privato per il risparmio che si genera in conseguenza dei deficit pubblici.
Se oggi per l’Italia il debito pubblico è un problema è SOLO perché, a causa della sciagurata decisione di entrare nell’euro, non controlliamo la moneta in cui siamo impegnati a rimborsare il debito.
La più plausibile via per risolvere il problema è la Moneta Fiscale.
Via tecnicamente facilissima.
Via politicamente molto dura.
Ma comunque, sia tecnicamente che politicamente, molto
più facile dell’uscita dall’euro.
Marco Sartore: Ha detto bene lei dottore convincere l’opinione pubblica e la classe politica.
RispondiEliminaC'è una sensibilità da creare nel grande pubblico, che associa istintivamente - e si può capirlo - il "debito" all'impoverimento.
Elimina