Un passo fondamentale per migliorare ENORMEMENTE la gestione economica dell’Italia (e per la verità di molti altri paesi) è rendersi conto che il deficit pubblico NON E’ UN COSTO.
Perfino i più accaniti critici del superbonus, ad esempio, ammettono che ha prodotto un significativo, e insperato, recupero di PIL e di occupazione, ma, affermano, “a un costo troppo alto”.
In regime di moneta fiat, generare un deficit pubblico NON COMPORTA COSTI. Se riattiva risorse produttive al momento inoperose, tramite incremento di domanda e di occupazione, è solo un beneficio macroeconomico, non un costo.
Se invece non ci sono risorse produttive da riattivare, il deficit genera inflazione. Quindi è un errore incrementarlo in quelle condizioni, perché crea disordine e effetti redistributivi indesiderati, senza necessità. Ma è un’inefficienza. NON E’ UN COSTO.
Il costo per il sistema economico è l’austerità: una
carenza di potere d’acquisto nell’economia che produce sottoccupazione delle
risorse produttive. QUELLO è uno spreco puro, e va assolutamente evitato.
Mentre le regole dell’eurosistema sono concepite in modo tale da crearlo.
La definizione di austerità di cui all'articolo mi pare particolarmente rilevante e vale la pena di adottarla e usarla per controbattere alle affermazioni di chi sostiene che "in Italia non si è fatta austerità".
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