sabato 1 giugno 2024

La definizione di austerità

 

A sentire gli euroausterici – ne avevo già parlato in post precedenti, ad esempio in questo – in Italia non si è mai fatta austerità, dopo la Grande Crisi Finanziaria del 2008, se non (forse) nel periodo 2011-2013. Perché viene sostenuta questa tesi ? perché c’è sempre stato un deficit pubblico, e perché il debito pubblico in rapporto al PIL non è diminuito.

E’ un’affermazione insensata perché deficit e debito sono la risultante non solo delle politiche fiscali, ma anche e soprattutto dei loro effetti di retroazione. Che in parole povere significa: se io adotto politiche restrittive, l’effetto sul deficit e sul debito può essere di innalzarli e non di abbassarli, in quanto le restrizioni riducono il gettito fiscale e riducono il PIL.

Detto altrimenti, se deficit e debito non calano, ciò NON significa necessariamente che si stiano adottando politiche espansive. Può essere che le politiche siano restrittive – MA CONTROPRODUCENTI, anche dal punto di vista dei saldi di finanza pubblica. E in Italia è avvenuto esattamente questo.

Il che rende però necessaria una definizione più precisa di che cosa si intenda per austerità. E la definizione che propongo è la seguente.

C’è austerità quando, nonostante livelli di inflazione sotto controllo e magari addirittura inferiori al target del 2% generalmente adottato dalle banche centrali, l’occupazione è debole: ci sono molti disoccupati, molti lavoratori potenziali che rinunciano a cercare lavoro perché scoraggiati, e molti lavoratori precari e part-time.

Secondo questo criterio, dal 2011 in poi in Italia c’è SEMPRE stata austerità, salvo nel periodo in cui il Covid ha costretto il governo a effettuare forti interventi di sostegno (e la UE ad accettare che avvenissero). La crescita è stata debole se non inesistente o negativa, l’occupazione problematica e precaria, e l’inflazione – rispetto ai target fissati dalla BCE stessa – troppo bassa.

L’unico periodo di inflazione elevata è stato causato non da eccesso di domanda, ma da fenomeni esterni – problemi nelle catene di fornitura post lockdown, guerra in Ucraina. Ma siamo ormai rientrati stabilmente sotto il 2%.

Per cui sì, in Italia dal 2011 abbiamo vissuto, E SIAMO TUTTORA, in un contesto di austerità pressoché permanente. Con gravissimi danni all’occupazione, alla crescita, al tessuto economico. E SENZA aver minimamente risolto i problemi della finanza pubblica – problemi che peraltro non sarebbero MAI esistiti se non fossimo entrati nell’euro.

2 commenti:

  1. Marco Sartore: Se alla BCE ci fosse una persona competente aiuterebbe molto.

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    1. Dipende dalle finalità... se sono quelle sbagliate è meglio un incompente.

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