I Certificati di
Credito Fiscale
Titoli utilizzabili
per ridurre pagamenti dovuti alla pubblica amministrazione dello stato
emittente: tasse, imposte, contributi sanitari e pensionistici, multe, ecc.
Da emettersi
prevalentemente o totalmente con data di utilizzo posticipata – per esempio di due
anni.
In questo modo l’effetto
espansivo della domanda si verifica prima dell’utilizzo per ridurre pagamenti
all’erario, evitando squilibri di finanza pubblica.
I CCF hanno valore
fin da subito – sono un titolo a due anni, con valore prestabilito a scadenza. Tasso
di attualizzazione probabilmente in linea con un CTZ.
Assegnazione
gratuita a famiglie e aziende.
Cofinanziamento di
iniziative di spesa sociale, investimenti pubblici ecc.
Rilancio della
domanda interna.
Riequilibrio
competitività intraeurosistema: grazie alle assegnazioni alle aziende, si
riduce il costo del lavoro lordo – evitando che il recupero della domanda
interna squilibri i saldi commerciali esteri.
Importo
complessivo di assegnazioni annue (nel caso dell’Italia): alcune decine di
miliardi, a crescere finché non si è recuperato il pieno impiego.
Il
problema-non-problema del debito pubblico
Il 99% del
problema nasce dal fatto che è denominato in una moneta che lo stato italiano
non emette.
Abbassare il
debito con politiche di austerità avrebbe un senso se e solo se l’austerità non
riducesse PIL reale e nominale, il che in situazioni di domanda depressa è falso.
Aver convertito il
debito da lire a moneta straniera è stata delle implicazioni più negative del
progetto euro.
A fronte del
debito pubblico peraltro c’è risparmio privato, com’è inevitabile in
presenza di una posizione finanziaria sull’estero equilibrata.
Ma utilizzare
(alias ridurre) il risparmio privato per abbassare il debito pubblico avrebbe
devastanti impatti depressivi.
I CCF non sono
debito
Impegno di
accettazione, non di rimborso.
Si garantiscono da
sé (lo stato emittente avrà sempre tasse, imposte, contributi da riscuotere).
E’ vero che
ceteris paribus a scadenza riducono gli incassi statali ma…
I tre fattori di
sicurezza del progetto CCF
Fortissimo output
gap da recuperare: se l’Italia recupera (nell’arco di 3-5 anni) la caduta di
PIL post 2007 (9% reale), il progetto si autofinanzia completamente.
Su base volontaria
inoltre è possibile:
rifinanziare
debito in euro con CCF di lungo termine;
posporre utilizzo
CCF offrendo un interesse.
Su base forzosa
(improbabile che sia necessario, se non in circostanze eccezionali /
occasionali):
sostituire spese
in euro con pagamenti di CCF,
aumentare tasse ma
con compensazione in CCF.
Obiettivi trattati
di funzionamento Eurosistema:
possono essere
centrati assicurando nello stesso tempo la piena occupazione
Obiettivo (1):
anno per anno, equilibrio tra entrate e uscite in euro.
Obiettivo (2):
costante e regolare discesa del rapporto debito pubblico / PIL.
Dove il debito
pubblico è quello DA RIMBORSARE IN EURO (quello che può dar luogo a default).
Alla BCE si chiede
solo di continuare a garantire lo stock di partenza, senza incrementi.
Ma se l’Italia (o
chiunque adotti il progetto) emette troppi CCF ?
E’ un problema solo
suo, se li inflaziona perderanno valore i CCF nazionali, non gli euro che
circolano in tutta l’Eurozona.
Contrastare questo
da parte di UE / BCE…
Non è
giustificabile, salvo atteggiamenti del tutto pretestuosi.
Non ci sono
rotture.
Non ci sono
ridenominazioni.
Non ci sono
trasferimenti finanziari.
Grazie,mi sembra un ottimo programma di governo per liberarsi progressivamente dei vincoli intollerabili imposti dai Trattati UE...ancora vigenti nonostante i loro dissennati contenuti....immaginati dai sapientoni della politica di governo avvicendatesi nei primi decenni degli anni novanta....credo che il governo Draghi distruggerà le migliori idee italiane...per rendere omaggio ai suoi suggeritori finanziari ...unbcati nel POTERE FINANZIARIO GLOBALE GUIDATO DAGLI USA...insomma prima lo si caccia Draghi e diverso sarà il destino italiano...pieno di gente intelligente e con grandi capacità...ti ringrazio molto per la dettagliata analisi e per le tue proposte di grande valore tecnico e scientifico...però dobbiamo farle valere alle elezioni politiche prossime...la battaglia è iniziata...!!!
RispondiEliminaE' iniziata da almeno dieci anni, ed è dura. Ma bisogna proseguirla.
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