Quella del titolo
è una critica-zombie. Pensavo di essermene liberato, avendola confutata fin dai primi articoli in cui, in questo blog ma anche altrove, esponevo il progetto CCF. E invece è un morto vivente, lo ammazzi eppure ancora cammina
(nel senso che riaffiora, inattesa, di quando in quando…).
Il bello è che si
tratta di una critica “uguale e contraria” a un’altra. C’è chi mi rimprovera di
introdurre, con i CCF, uno strumento di espansione della domanda interna, senza
tener conto che in assenza di variabilità dei cambi, si verrebbe a creare un
peggioramento dei saldi commerciali esteri.
E c’è chi invece
ha correttamente capito che i CCF verrebbero utilizzati (anche) per ridurre il
cuneo fiscale, quindi il costo del lavoro lordo (non le retribuzioni nette che
invece aumenterebbero, perché i CCF vengono erogati anche al dipendente, oltre
che all’azienda). Ma avendolo capito, immediatamente formula la domanda “sì con
i CCF tu vuoi colmare il gap di competitività rispetto alla Germania; ma se poi
i CCF li introducono anche loro ?”
Allora, riassumo
per l’ennesima volta: i CCF servono rilanciare domanda interna, e quindi
produzione e occupazione in Italia. Una quota va anche alle aziende, a
riduzione del cuneo fiscale, il che permette di conseguire il recupero di
domanda senza impatti negativi sui saldi commerciali esteri.
Quanto al rischio
che la manovra possa deragliare perché i tedeschi ci imiterebbero – per
mantenere un vantaggio di competitività nei nostri confronti – non c’è da
preoccuparsene, per i motivi qui di seguito sintetizzati:
PRIMO, il progetto
CCF prevede rilancio di domanda interna a saldi commerciali invariati: il che
significa che il resto del mondo in generale – e la Germania in particolare –
NON subisce penalizzazioni della sua posizione commerciale estera. L’Italia
esporta di più e sostituisce alcune importazioni con produzioni interne; ma
importa anche di più perché il recupero del PIL stimola gli acquisti (anche) di
beni esteri. Non c’è, a priori, penalizzazione né per la Germania né per
nessuno.
SECONDO, se la
Germania emettesse CCF per ridurre il suo
costo del lavoro, renderebbe ancora più competitive le sue esportazioni in un
momento in cui il suo altissimo surplus commerciale già infastidisce parecchio
i partner internazionali.
TERZO, ma se anche
decide comunque di provarci, l’economia tedesca è già in pieno impiego. Se
aumenta ulteriormente la sua spinta verso l’export, rischia di scoprire che non
ha risorse produttive sufficienti a soddisfare la crescita della domanda totale.
Il potenziale vantaggio a questo punto viene vanificato da maggiori costi di
lavoro e maggiore inflazione interna (risultato quanto mai sgradito all’establishment tedesco, non ci sarebbe
neanche bisogno di sottolinearlo…).
QUARTO, in ogni
caso la Germania non è l’unico partner commerciale dell’Italia. Il recupero di
competitività l’avremmo comunque nei confronti di tutto il resto del mondo,
quand’anche la Germania cercasse di imitare – senza averne, come visto, né la
necessità, né le condizioni, né l’interesse – la strategia CCF applicata al
cuneo fiscale.
OK, ho abbattuto
lo zombie. Prima o poi si rialzerà e tornerà a camminare. Non resterà che
sparargli ancora. Ci vuole pazienza…
In realtà alla Germania (intesa come popolo tedesco e non grandi industriali) probabilmente converrebbe aumentare le importazioni e la domanda interna. Potrebbero utilizzare i CCF non per ridurre le tasse ma per finanziare opere pubbliche. Di sicuro non è ottimale la situazione attuale in cui ogni anno producono il 9% del PIL più di quanto consumano
RispondiEliminaInfatti nell'articolo parlo di establishment tedesco, non di popolazione tedesca...
EliminaC'è su youtube (canale Byo Blu) un'intervista, rilasciata ai primi di dicembre dal prof. Nino Galloni, nella quale si ipotizza l'introduzione di una moneta che ha tutti i crismi da Lei descritti per la moneta fiscale per superare l'attuale periodo di crisi da domanda interna scarsa.
RispondiEliminaÈ sostanzialmente lo stesso progetto. Con Galloni sono spesso correlatore in convegni, compreso dopodomani a Milano - vedi post del 17.11.2017.
EliminaSalve da semplice cittadino le chiedo questo: quando verranno introdotti ccf e minibot come bisogna comportarsi perchè abbiano buoni effetti ? Bisogna spenderli e farli girare o tenerli da parte nell'arco dei due anni e poi usarli per le tasse ?
RispondiEliminaSpenderli e farli girare, nella stessa misura in chi si spenderebbe un incremento di reddito proveniente da qualsiasi altra fonte.
EliminaPerfetto grazie! Beh è anche logico, oltre al fatto dellìespandere domanda interna, anche perchè così la gente comincia ad abituarsi ad una moneta che non sia per forza l'euro. Un qualcosa che emette lo Stato insomma, come una volta.
EliminaEsatto :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaprova
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