Pier Giorgio
Gawronski ha pubblicato ieri (25.5.2013) in contemporanea su Fatto Quotidiano e
Corriere della Sera, un curioso articolo.
L’articolo
ribadisce che l’uscita dalla crisi economica richiede un cambiamento integrale
delle politiche economiche dell’area euro (rinnegando completamente l’austerità,
con un forte supporto interventista della BCE) oppure, in alternativa, lo
smantellamento dell’euro.
Fin qui, cose
che si leggono sempre più di frequente (anche se non ancora abbastanza). La
parte curiosa dell’articolo è la sua criptica conclusione.
“Ci sarebbe una terza
via, percorribile su base nazionale, che è sfuggita all’attenzione mediatica, e
che consentirebbe di uscire dalla crisi “a velocità giapponese”. Bisogna però
essere disposti ad approfittare di un clamoroso vuoto della normativa europea. E violare lo spirito, non la
lettera, dei Trattati. Come ha fatto finora la Germania, scambiando la “cultura
della stabilità” con la “cultura della depressione”. Eludere le regole senza
lasciare l’Euro riaprirebbe anche il negoziato sull’Eurozona.
Per realizzare
una simile strategia ci vuole però un quadro politico assai più propenso all’innovazione,
desideroso di sfidare l’ortodossia liberista (sedicente liberista, nota mia). Capace
di alzare la qualità della proposta, ed offrire all’Europa un nuovo paradigma,
nel dimostrabile interesse anche del popolo tedesco. Si può fare. Perciò si
deve fare”.
Punto. Suspense.
Ha in mente i Certificati di Credito Fiscale ?
O qualcos’altro ?
Restate sintonizzati.
Me lo sono chiesto anch'io.
RispondiEliminaChe senso ha parlare di una terza via, e poi non spiegare di cosa si tratti e cosa bisognerebbe fare per attuarla?
Curioso tra l'altro che due quotidiani importanti abbiano pubblicato l'articolo in questa forma...
Eliminamentre mi auguro che alluda ai Certificati di Credito Fiscale, mi
RispondiEliminasembra che questo signore abbia scoperto l'acqua calda.GFC
Non così ovvio però per chi legge solo il Corriere...
Elimina