PRIMO, ridare indipendenza monetaria all’Italia.
I CCF vengono emessi dallo Stato e assegnati
gratuitamente a vari soggetti. Due anni dopo l’emissione, sono utilizzabili
per pagare tasse o qualsiasi altro tipo di impegno finanziario verso la
Pubblica Amministrazione. Sono moneta
nazionale con utilizzo differito.
L’utilizzo è
differito per evitare, nell’immediato, la flessione delle entrate statali. In
due anni, la ripresa economica produrrà maggiore gettito e compenserà l’effetto
dell’utilizzo dei CCF da parte dei riceventi.
SECONDO,
fornire un forte sostegno alla domanda e all’economia. Anche se l’utilizzo
è differito, i CCF saranno negoziabili
in anticipo rispetto alla scadenza, e avranno quindi immediatamente un valore.
Emettendo 200
miliardi di CCF all’anno, cittadini e aziende ricevono un forte contributo ai
loro redditi e alla loro competitività. Si
riassorbe pressoché tutta la disoccupazione che si è formata dal 2007 in poi.
TERZO,
portare la competitività delle aziende italiane al livello tedesco.
I 200 miliardi potranno essere così attribuiti:
-circa 80 alle aziende,
per ridurre il costo del lavoro
-circa 70 ai
lavoratori
-circa 50 per
altre finalità (accelerare il pagamento dei debiti scaduti, sostenere i redditi
di ceti sociali disagiati, ripristinare servizi pubblici ecc.)
Con
80 miliardi di riduzione del costo del lavoro, le aziende italiane colmano praticamente
tutta la differenza
che si è formata, rispetto alla Germania, dall’introduzione dell’euro a oggi.
INDIPENDENZA MONETARIA
PIENA OCCUPAZIONE
COMPETITIVITA’ DELLE AZIENDE ITALIANE A
LIVELLO TEDESCO
Tutto ciò, senza “spaccare” l’euro.
...e, soprattutto, aggiungerei se sei d'accordo, senza spaccarlo in maniera abrupta e disordinata.
RispondiEliminaPur non avendo sufficiente conoscenza nel campo, istintivamente ho l'impressione che un evento del genere potrebbe portare a conseguenze di difficile prevedibilità. Che tu sappia Marco sono stati fatti studi o previsioni al proposito nel mondo delle grandi corporate? Su voci dall'estero c'è un articolo tradotto dal greco attribuito ad Allianz possibilmente significativo
http://vocidallestero.blogspot.it/2013/05/con-questo-post-inizia-la.html
Ciao
carlo
Come dicevo in quest'altro post http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/04/euroexit-possibili-danni-collaterali-i.html
Eliminanon mi risulta che siano stati effettuati studi di quel genere. Qualcuno può naturalmente averli elaborati e tenuti riservati. Comunque come spiegavo in quella sede, tentare di stimare i "danni collaterali" è particolarmente difficile perché vanno formulate ipotesi alquanto aleatorie sulle azioni di ritorsione, sui contenziosi legali ecc. Ancora una volta: meglio un break-up che continuare con l'euro così com'è oggi - ma meglio ancora la riforma "morbida" via CCF...!
Sì grazie. Sono d'accordo. Ciao
RispondiEliminaMMT Cilento commenta: "Si discuteva ieri sera di CCF. E si era tutti d'accordo sulla bontà dell'idea. Ma non dobbiamo dimenticare che rimaniamo sotto il "pacchero" dei mercati; se questi non gradiscono l'idea (troppo libertina per un'Italia da decenni prona...) ne invocano l'insostenibilità e fanno schizzare lo spread alle stelle! Ha pensato a quest'eventualità?"
RispondiEliminaPer come la vedo io, se i mercati vogliono per noi "euro o morte" non fanno nient'altro che precipitare l'exit "secca" (lì si arriva) che per loro (investitori in crediti italiani) è molto peggio. Forse sono troppo fiducioso nella razionalità umana... ma a questo punto mi sembra evidente che i CCF funzionano per noi e sono anche la via per salvare faccia & interessi di UE, Germania, sistema finanziario ecc. Vedremo, secondo me i tempi ormai sono brevi.
EliminaBuonasera, ho finalmente avuto il tempo di leggere questo come gli altri suoi post di presentazione dei CCF, ottimo strumento dal mio punto di vista.
RispondiEliminaLe volevo solo chiedere: ma lei pensa ai CCF come misura permanente o transitoria, in attesa diciamo che l'eurozona arrivi a dissoluzione? Perché comunque il progetto euro come è stato concepito non sta in piedi e anche ammesso che l'Italia e magari gli altri paesi mediterranei in situazione simile riuscissero con i CCF a recuperare temporaneamente il gap di produttività con la Germania, prima o poi gli squilibri si riprodurrebbero, a causa della rigidità imposta dalla moneta unica. Grazie.
Nel post del 14.2 ho analizzato le modalità di gestione dello strumento per compensare i delta di competitività che si venissero a formare in futuro. Si può fare; rimane comunque aperta anche la strada di un graduale (ma rapido) recupero integrale della sovranità monetaria (post 12.4). Tipo: introduzione dei CCF subito, rapido ritorno dell'economia a normali livelli di produzione e occupazione, progressiva sostituzione totale dell'euro con i CCF nel giro di 4-5 anni.
RispondiEliminaBene, le sue risposte sono più che esaurienti! E' anche vero che se per sopravvivere l'euro deve reggersi sull'equilibrio del terrore, con la Germania che fa (o minaccia di fare) deflazione salariale, e i paesi del sud che emettono (o minacciano di emettere) CCF, che senso ha tenere in piedi un'unione monetaria?
RispondiEliminaDai suoi post, deduco anche che lei sarebbe favorevole a mantenere i CCF come strumento permanente (indipendentemente da come va a finire l'euro), modulabile a seconda dell'andamento dell'economia:
una forma evoluta e più funzionale degli attuali meccanismi del credito d'imposta e della compensazione di crediti/debiti verso la pubblica amministrazione.
Non so se sia giusto dire favorevole, ho delineato come questo assetto potrebbe essere gestito in forma permanente, e anche come potrebbe invece avvenire una transizione totale (ma graduale). Non è indispensabile deciderlo subito. Il prima possibile invece va ripristinata l'autonomia monetaria, in modo da recuperare una corretta situazione di occupazione.
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