Lavoratori dipendenti e assimilati (amministratori, co.co.co, co.co.pro.) | ||||||||
Retribuzione netta annua in euro | 10.000 | 20.000 | 30.000 | 50.000 | 100.000 | |||
CCF assegnati gratuitamente al lavoratore | 2.300 | 3.925 | 4.425 | 5.050 | 5.050 | |||
CCF assegnati gratuitamente al datore di lavoro | 5.175 | 8.831 | 9.956 | 11.363 | 11.363 | |||
Lavoratori autonomi | ||||||||
Reddito da lavoro autonomo lordo annuo in euro | 20.000 | 40.000 | 60.000 | 100.000 | 200.000 | |||
CCF assegnati gratuitamente al lavoratore | 2.300 | 4.066 | 4.791 | 5.681 | 5.681 | |||
Assegnazioni | Numero | |||||||
PREVISIONI 2014 (miliardi) | Importo | di CCF | lavoratori | |||||
Redditi da lavoro dipendente e assimilati - settore privato | 466 | 39 | 13.300.000 | |||||
Redditi da lavoro dipendente e assimilati - settore pubblico | 177 | 9 | 3.100.000 | |||||
Redditi da lavoro autonomo | 259 | 22 | 6.600.000 | |||||
TOTALE LAVORATORI | 902 | 70 | 23.000.000 | |||||
Datori di lavoro del settore privato | 83 | |||||||
TOTALE | 153 | |||||||
Recupero di competitività del settore privato: | ||||||||
riduzione dei costi per lavoro dipendente, in percentuale dei costi lordi aziendali | 17,8% |
Blog dedicato al progetto Moneta Fiscale / Certificati di Compensazione Fiscale - MF / CCF), soluzione per la crisi dell'Eurozona. Progetto reperibile in questo post. Cronistoria degli eventi rilevanti qui. I CCF sono anche noti come Certificati di Credito Fiscale.
martedì 7 maggio 2013
Proposta di legge CCF: dati sintetici
I dati sono riferiti alla bozza di proposta di legge di cui al post del 30.4.2013.
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Francesco Cinico Osservatore Esposito chiede:
RispondiElimina1)80 miliardi dovrebbero bastare a colmare le differenze??
2)da dove hai preso quel dato???
3)Come fai ad essere sicuro che quei sussidi (perchè di questo si tratta) andranno ad incidere sul prezzo?
1) e 2) come vedi sopra, si tratta per la precisione di 83 miliardi di beneficio su costi lordi aziendali del settore privato (il settore pubblico gestisce attività, salvo rare eccezioni, non esportabili e non in competizione con le importazioni - difesa, giustizia, scuola, sanità, ordine pubblico) di 466. Quindi c'è una riduzione del costo del lavoro per unità di prodotto del 17,8%. Grosso modo questo compensa il gap creatosi tra Italia e Germania dall'introduzione dell'euro, stimato a fine 2011 nel 20% circa (e successivamente dato in lieve riduzione, anche grazie agli incrementi salariali avvenuti in Germania).
Elimina3) Se un'azienda italiana ha un costo del lavoro più basso, può scegliere di esportare a prezzi inferiori o mantenere invariati i prezzi praticati ai clienti esteri e incamerare il margine. E' la stessa alternativa che si ha in caso di svalutazione. L'esperienza insegna che è di gran lunga meglio, per le aziende, abbassare i prezzi ed aumentare i quantitativi. Si produce e vende molto di più (assorbendo tra l'altro molto meglio i costi fissi, cioè aumentando l'utilizzo della capacità produttiva: questo è vero soprattutto se si parte da una situazione depressa, dove la capacità inutilizzata è particolarmente alta) e questo dà un grosso beneficio, anche a parità di margini unitari.