venerdì 11 settembre 2015

Francoforte, Bruxelles e Berlino hanno asfissiato la Grecia ?


Nello scrivere questo articolo, sono consapevole che non mancherà di generare equivoci tra chi lo leggerà, almeno in alcuni casi. Ma è una tema su cui mi sembra importante riflettere.

Non ho minimamente cambiato opinione sulla profonda disfunzionalità dell’attuale Eurosistema, né sul fatto che le politiche caldeggiate / supportate / imposte dall’asse Bruxelles – Berlino – Francoforte (BBF) hanno pesantemente aggravato e stanno protraendo una crisi economica che poteva essere risolta parecchi anni fa.

Tuttavia, non sottoscrivo l’affermazione che l’asse BBF – e in particolare, nel caso specifico, l’azione della BCE – abbia direttamente e consapevolmente creato, con le sue azioni effettuate tra febbraio e giugno 2015, una condizione di asfissia finanziaria che ha obbligato il governo Grecia ad accettare il catastrofico accordo del 13 luglio scorso. Mi pare una rappresentazione dei fatti inesatta e forzata.

Syriza ha formulato, subito dopo aver vinto le elezioni del gennaio 2015, una serie di proposte assolutamente moderate (casomai troppo moderate) sulla base di una corretta analisi delle politiche economiche adottate in Grecia tra il 2009 e il 2014, e dei loro fallimentari risultati. E l’asse BBF ha totalmente rifiutato di prenderle in considerazione.

Quest’ultima posizione (criticabile finché si vuole, ovviamente) è sempre stata, tuttavia, perfettamente chiara. E ne derivava una conseguenza: se la Grecia voleva ottenere supporto finanziario da UE, BCE e partner dell’Eurozona, non c’era alternativa se non accettare e attuare un accordo basato sulle logiche applicate negli anni precedenti.

D’altra parte, non sono mai state escluse – e anzi sia la UE che il governo tedesco, nella persona del ministro delle finanze Schaeuble, non hanno mai negato di prenderle in considerazione – due possibilità alternative: l’introduzione, da parte della Grecia, di uno strumento monetario complementare; o, addirittura, la Grexit (proposta dallo stesso Schaeuble nei frenetici giorni che hanno preceduto il fatidico accordo del 13 luglio).

La posizione dell’asse BBF si può sintetizzare in termini molto semplici: se vuoi ricevere euro, le condizioni le decidiamo noi, e non ci sono discussioni. Altrimenti vedi tu, le strade alternative esistono e noi non ne blocchiamo nessuna. La (catastrofica) decisione di non percorrerle è stata, fino a prova contraria, una scelta autonoma del governo greco.

La Grecia era in condizione di “asfissia finanziaria” ? tra febbraio e giugno 2015, si è accelerato un processo di fuga di depositi dalle banche greche (in corso, in effetti, ormai da diversi anni). In pratica i depositi defluivano e la BCE “tappava il buco” permettendo al sistema bancario greco di incrementare l’utilizzo dell’Emergency Liquidity Assistance (ELA), una linea di credito finalizzata, appunto, a superare situazioni emergenziali e transitorie.

La BCE si trovava in una posizione imbarazzante nel consentire questi incrementi di utilizzi, in assenza di qualsiasi tipo di chiarezza in merito all’assetto futuro del sistema finanziario e bancario greco. Tuttavia gli incrementi sono stati concessi, sia pure per importi ogni volta più ridotti e con revisioni sempre più ravvicinate. Il livello di utilizzo è stato alla fine congelato (non sono stati cioè più concessi ulteriori incrementi) il 30 giugno 2015, il che ha portato alla chiusura delle banche e alle restrizioni sui movimenti di capitali. Mancavano pochi giorni all’effettuazione del referendum sul negoziato con le autorità UE, e la decisione della BCE è stata da molti spiegata con la volontà di influenzarne l’esito.

Ma va sottolineato che il 30 giugno 2015 è anche la data in cui la Grecia si è dichiarata in default riguardo alle impegni di rimborso delle rate di finanziamento erogate dal Fondo Monetario Internazionale. Continuare ad estendere l’utilizzo dell’ELA al sistema bancario di uno stato in default era, francamente, una decisione estremamente difficile da prendere per la BCE.

In altri termini, l’asfissia finanziaria della Grecia esisteva, ma era riconducibile all’assetto del sistema e alla totale mancanza di chiarezza sulla sua evoluzione.

L’asse BBF considera l’euro una moneta che deve essere gestita secondo determinate logiche e determinati meccanismi, ed è refrattario a rimetterli in discussione. Ma la sintesi della sua posizione durante la crisi greca è: vuoi euro da me ? li hai solo alle mie condizioni. Vuoi fare altro ? libero.

E la libertà include la possibilità di introdurre una moneta nazionale, o uno strumento assimilabile, in sostituzione dell’euro o in affiancamento all’euro. La Grecia poteva farlo, e non l’ha fatto.

15 commenti:

  1. Concordo con la tua posizione che poteva prendere e staccare la spina visto che erano ai ferri corti oramai.... Tsipras e Varoufakis si sono rivelati due ciarlattanii per chi aveva puntato u di loro.... Poi rivedere Varoufakis al Forum Ambrosetti a Cernobbio fa capire alcune cose.... Buona analisidei fatti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. hanno vinto le elezioni confermando che sarebbero rimasti nell'euro. e quando hanno fatto il referendum hanno confermato che l'esito non avrebbe cambiato il fatto che un accordo ci sarebbe comunque stato. dove sta la ciarlataneria?

      Elimina
    2. Nel fatto che sono stati anche (e soprattutto) eletti per mettere fine alle politiche di austerità, e hanno invece accettato un accordo peggiore dei memorandum precedenti...

      Elimina
    3. quella è una battaglia ancora in corso di syriza e che vede il FMI chiedere una soluzione al debito. che piaccia o non piaccia syriza, dove sta la ciarlataneria?

      Elimina
    4. Io non la definisco ciarlataneria, ma inadeguatezza si'. C'erano soluzioni alternative percorribili - lo strumento monetario parallelo, se non si voleva arrivare alla Grexit: vedi articolo - e non sono state capite. La ristrutturazione del debito non è assolutamente sufficiente in presenza dei vincoli di austerita' accettati col disastroso accordo del 13 luglio.

      Elimina
    5. se avesse stampato una moneta parallela sarebbe andata contro i suoi elettori che l'avevano votata per rimanere nell'euro.

      Elimina
    6. È possibilissimo emettere la moneta parallela e continuare a usare anche l'euro (appunto perché e' parallela !). Mentre accettare un nuovo memorandum e' sicuramente andato contro il mandato elettorale, confermato nel referendum, di abbandonare l'austerità.

      Elimina
    7. è possibile se le "elite" lo decidono e non se lo decide un governo da solo. mentre voi sostenete che sia stata colpa di syriza se non ha preso questa decisione.

      Elimina
    8. Nessuno glielo impediva: anzi, le controparti avevano esplicitamente messo queste ipotesi sul tappeto.

      Elimina
    9. mettere sul tappeto non significa volerlo davvero. non volendo prendersi responsabilità le parti hanno solo chiesto l'aiuto delle potenze mondiali che hanno risolto la questione in due giorni

      Elimina
    10. Con tutto il rispetto, queste sono sue illazioni. E la questione non è risolta per niente, detto per inciso...

      Elimina
    11. sono illazioni basate sui fatti che avete sotto gli occhi. tutti hanno millantato sapendo che alla fine il salvataggio sarebbe arrivato come i mercati avevano previsto. per risolto si intende aver sbloccato la situazione. di risolto a questo mondo non c'è nulla ovviamente.

      Elimina
    12. Di risolto definitivamente non c'è mai nulla, ma la situazione greca non è risolta neanche provvisoriamente, e lo si vedrà entro pochi mesi.

      Elimina
    13. ci sarà da vedere solo il teatrino sul taglio del debito come oggi lo avete visto sui bancomat chiusi. in ballo non c'è la grecia ma il mediterraneo.

      Elimina
  2. lo scopo era evitare il contagio politico alle altre nazioni. tutto il resto è teatrino. dietro la grecia c'è una battaglia molto più grande mondiale.

    RispondiElimina