Paolo Becchi –
docente universitario vicino in passato a M5S, oggi alla Lega – e Fabio Dragoni
intervengono su Libero Quotidiano con un articolo che menziona la Moneta Fiscale
parallela, e specificamente i Certificati di Credito Fiscale, come
strumento-ponte per l’uscita dall’euro. Qui il link alla pagina facebook di
Stefano Sylos Labini, che riporta l’articolo.
La mia attività di
proposta e promozione del progetto CCF è partita ormai da più di quattro anni, quindi i segnali d’interesse sono sempre graditi. Diversamente
da Becchi e Dragoni, comunque, ho sempre concepito i CCF come uno strumento che
può convivere con l’euro su base permanente, senza necessariamente doverlo
sostituire.
L’affiancamento e
sostituzione naturalmente è una possibilità, e infatti ne avevo delineato, in
prima approssimazione, i possibili passaggi tecnici. Che cosa si verificherà in
pratica – affiancamento senza o con sostituzione finale – sarà tuttavia la
conseguenza di evoluzioni e decisioni di natura politica.
L’euro è destinato
a essere completamente rimpiazzato dalla moneta nazionale introdotta via CCF ?
è l’opinione non solo di Becchi e Dragoni ma anche, ad esempio, di Enrico
Grazzini e di Giovanni Zibordi. Personalmente non mi ritengo in grado di
stimare la probabilità dei diversi scenari.
Ritengo invece che
la via Moneta Fiscale sia un progetto tecnicamente e operativamente molto più
semplice, rispetto al break-up, per superare le disfunzioni dell’Eurosistema.
Schemi alternativi
(quali la revisione dei vincoli di deficit o l'Helicopter Money effettuata
dalla BCE) esistono in teoria, ma non vedo nessun segno che sia stia formando
un consenso politico, tra gli stati membri dell’Eurozona, per attuarli.
In assenza di
questo consenso politico, la soluzione dell’Eurocrisi non può arrivare che da
azioni unilaterali di singoli stati: quali, appunto, l’introduzione di Moneta Fiscale nazionale.
Sempre molto coerente......Pacato e coerente.
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