Un argomento di
discussione ricorrente è la “meccanica procedurale” con cui dovrà avvenire l’introduzione
dei Certificati di Credito Fiscale / Moneta Fiscale. Estendendo una mia
risposta ad alcuni quesiti formulati, tra gli altri, da Mauro Poggi, mi sembra
opportuno sottolineare quanto segue.
PRIMO, Moneta
Fiscale e CCF sono perfettamente compatibili con i trattati che regolano il
funzionamento dell’Eurosistema e non richiedono nessuna autorizzazione da parte
di organi o istituzioni non nazionali. Il parlamento è in grado di introdurli
approvando una legge ordinaria, oppure il governo può agire mediante un decreto
legge.
SECONDO, l’introduzione
dei CCF può avvenire nel giro di pochissime settimane. Si tratta né più né meno
che di una nuova categoria di titoli di Stato (anche se non sono titoli di
debito, ma diritti a sconti fiscali futuri). Ogni settimana vengono introdotte,
e immediatamente quotate sulle piattaforme informatiche di negoziazione, nuove
categorie o nuove scadenze di BOT, CCT, BTP, CTZ, BTP indicizzati. Identici
meccanismi si applicheranno ai CCF.
TERZO, i CCF
vengono assegnati gratuitamente: non esiste quindi la necessità di effettuare
attività di premarketing e collocamento (al contrario di quando si mette sul
mercato un nuovo tipo o una nuova scadenza di titolo di Stato offerto in
sottoscrizione, cioè venduto in cambio di euro: vedi per esempio, recentemente,
il BTP con scadenza a 50 anni).
QUARTO, non sono
neanche necessarie attività di comunicazione preliminare al pubblico
particolarmente lunghe o complesse. Chi riceverà i CCF constaterà
immediatamente che hanno valore, e potrà quantificarlo sulla base di quotazioni
di mercato leggibili in tempo reale. L’utilizzo come riserva di valore e anche
come intermediario di scambio prenderà piede con grande rapidità: in effetti, sostanzialmente,
in modo immediato.
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